A Nardò l’ultima di campionato della Molfetta Calcio

Vigilia di ultimo match della stagione per i biancorossi di mister Bartoli. Domenica, con fischio d’inizio alle ore 16, capitan Pozzebon e compagni sfidano il Nardò del molfettese Pasquale De Candia allo stadio Giovanni Paolo II.

Mentre i biancorossi, con il punto conquistato al Poli grazie alla rete di Gjonaj, hanno messo il punto esclamativa sulla salvezza e permanenza in serie D, nonostante un campionato sempre dal lato sinistro della classifica, il Nardò è alla disperata ricerca di punti salvezza.

Vincere per i neretini è fondamentale, ma potrebbe non bastare. Attualmente quindicesimi in classifica, gli amaranto salentini devono vincere e sperare nella caduta del Casarano per evitare la lotteria dei playout.

A 90 minuti dalla fine del campionato, sono ancora diversi i verdetti da decretare: prima ormai da diverse settimane l’Audace Cerignola, secondo il Francavilla, terzo il Bitonto e quarto il Fasano. Retrocesso il Matino, salve Sorrento, Nola, Molfetta, Altamura, Mariglianese e Brindisi: per questi team, si andrà a caccia del miglior piazzamento possibile, al termine di una stagione in cui la prima compagine matematicamente salva, ha in saccoccia 46 punti.

Bisceglie e San Giorgio a Cremano si giocano l’ultima retrocessione diretta e un posto ai playout; Nardò, Lavello, Rotonda cercano di sottrarre al Casarano l’ultimo pass per la prossima serie D: tre di queste squadre, infatti, disputeranno i playout. In alto Casertana, Nocerina e Gravina lottano per la quinta piazza, valida per i playoff

Fonte: Molfetta Official

André Cruz: “La forza del Milan è la sua difesa – Ibra? Continui pure…”

Ormai 25 anni fa ti saresti aspettato che Maldini sarebbe stato l’artefice della rinascita del Milan? “Era prevedibile. Paolo è intelligentissimo. Una volta ritiratosi, era inverosimile pensare che non sarebbe rimasto nel mondo del calcio”.

In merito alla corsa scudetto, la redazione di DerbyDerbyDerby.it ha intervistato in esclusiva André Cruz, ex difensore del Milan. Chi la spunterà, alla fine, tra Milan e Inter? “A mio giudizio, la favorita numero uno è il Milan”. Come giudichi la stagione dei rossoneri? “Pioli ha fatto un capolavoro! A me il Milan piace proprio a livello estetico. Poi c’è un altro fattore…”. Quale? “Il Milan si difende bene. Dietro i grandi successi, c’è sempre una grande fase difensiva. E, sotto questo punto di vista, il Diavolo è impeccabile”. Ti ha stupito la crescita di Kalulu e Tomori? “No, perché sono due giovani difensori forti, veloci e di grande ambizione. Ad avercene come loro…”.

Tonali può essere il capitano del…

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Lega Serie A, i 5 MVP del campionato: Osimhen, Maignan, Bremer, Brozovic e Immobile

Victor Osimhen è stato premiato come miglior Under 23 della Serie A. L’attaccante del Napoli ha realizzato 14 reti e servito 5 assist in 26 presenze, partecipando così ad un gol ogni 103 minuti in campionato. Un apporto importante, se si considera anche lo stop di circa due mesi a causa delle fratture al volto tra novembre e gennaio. Media voto Gazzetta: 6.57

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Balata al Forum “Il calcio che l’Italia si merita”

Importante e prestigioso appuntamento al Corriere dello Sport-Stadio: un’occasione per riflettere sul momento che attraversa il calcio italiano da un punto di vista finanziario e competitivo, individuando possibili strategie per rilanciare l’intero movimento. Al centro del tavolo di confronto, alcuni dei più autorevoli e qualificati uomini di sport. “Il calcio che l’Italia si merita” è il titolo del forum che si è svolto oggi presso la sala convegni del Corriere dello Sport – Stadio, a Roma in piazza Indipendenza 11/B a partire dalle ore 11:00.

Tra i partecipanti, il Presidente FIGC Gabriele Gravina, il Presidente della Lega Serie A Lorenzo Casini, il Presidente della Lega B Mauro Balata, il Presidente del Settore Tecnico FIGC Demetrio Albertini, il CT della Nazionale Italiana Femminile Milena Bartolini, il Presidente SSC Bari Luigi De Laurentiis e il Presidente LND Giancarlo Abete.

Ospiti da remoto, il CT della Nazionale Italiana Maschile Roberto Mancini, i mister Fabio Capello e Carlo Ancelotti e l’Amministratore Delegato della Juventus Football Club.

Moderatori, il Direttore Responsabile del Corriere dello Sport Ivan Zazzaroni e il Condirettore Alessandro Barbano.

Numerosi temi affrontati: a partire da quelli economico-finanziari, come sostenibilità, indici di liquidità, rapporto club/nazionale, commissioni procuratori, salary cup, vivai, stadi; proseguendo con fattori tecnici, come moduli tattici e idee per rilanciare lo spettacolo attraverso le scuole di pensiero; trattando poi questioni di carattere regolamentare, quali playoff – playout, tempo effettivo di gioco, “challenge” e Var a chiamata.

A tal proposito, è intervenuto il Presidente LNPB Mauro Balata che ha parlato di Var, dei giovani talenti italiani del campionato di Serie BKT e la possibilità di seconde squadre nella competizione: “Sono un grandissimo sostenitore di questo strumento, di questo protocollo e di questa tecnologia. Quindi, ben venga tutto ciò che serve per migliorare il Var che, secondo me, è stata un’innovazione epocale ed importantissima perché garantisce regolarità, trasparenza e chiarezza. Sono anche un sostenitore del Var a chiamata, il cosiddetto ‘challenge’.

“Noi siamo contrari – ha proseguito Balataalle seconde squadre almeno nel nostro campionato, pur non essendo contrari al progetto in linea generale. Ritengo che oggi un modello di calcio giovanile italiano di grande livello esista e si chiama ‘Campionato Serie BKT’. Noi quest’anno lo abbiamo dimostrato, tra l’altro anche con dei numeri sul minutaggio relativo ai nostri giovani calciatori italiani che poi sono stati selezionati dalle nazionali, anche da mister Mancini. Credo che sia stato contento di vedere questi ragazzi valorizzarsi e disputare una tale quantità di minuti in campo in un campionato importante come il nostro.

Io credo che questo modello non debba essere adesso disperso perché è un modello che si è affermato: noi abbiamo avuto tante società che hanno fatto giocare minuti nelle nostre partite importanti a tanti calciatori che probabilmente, se non avessero giocato nel nostro campionato, sarebbero rimasti dispersi in qualche tribuna. E sono tutti un patrimonio del calcio nazionale. Questa è una ragione di carattere tecnico.

Poi ci sono delle ragioni di natura giuridica: perché nel campionato di Serie BKT, le seconde squadre delle grandi società italiane non potrebbero concorrere per la vittoria, neanche per partecipare ai playoff. Questo renderebbe, in radice, irregolare la competizione.

Poi ci sono ragioni anche di natura sociale, pregiudiziale e giuridica: voi immaginate in un contesto come quello calcistico, adesso abbiamo una grandissima società del centro-sud come il Bari e per noi è importantissimo averla nel nostro campionato, se introducessimo le seconde squadre, rischieremmo di perdere tanti asset nel calcio di altissimo livello nel nostro paese.

A mio avviso, non è possibile pensare alle seconde squadre in Serie B che poi avrebbero anche degli effetti devastanti sotto il profilo sociale. Inoltre, ho aggiunto che nel campionato di Serie BKT c’è una questione che va chiarita perché sento sempre parlare di formazione: allora, la formazione è una cosa, la valorizzazione del calciatore italiano è un’altra. Il giovane di alto livello a 20 anni non deve essere più formato: a 20 anni il calciatore è già laureato col master se è bravo e ciò avviene attraverso il Campionato di Serie BKT. È stato dimostrato: quest’anno abbiamo avuto una società come la Cremonese che è stata promossa in Serie A e ha avuto il 30% di minutaggio di tanti calciatori, alcuni non sono neanche di sua proprietà, che hanno avuto anche una straordinaria valorizzazione economica.

Concludo, dicendo che secondo me, proprio su questo tema, come avviene anche in altri sistemi calcistici in tutta Europa, dovrebbe esserci una nuova era, una nuova epoca di relazioni molto più vicine e virtuose tra noi e la Lega di Serie A”.

 

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Nella foto il Presidente LNPB Mauro Balata

 


Fonte: LEGA BTK – legab.it

Cosa vedere e mangiare a Pisa

Una partita di Serie BKT potrebbe essere un’ottima scusa per visitare una delle città più importanti della Toscana.

Pisa è anche il luogo ideale come prima tappa in una regione che merita tanto tempo e attenzione, grazie all’aeroporto internazionale che rende la città facilmente raggiungibile da ogni parte del mondo. L’iconicità di Pisa in Italia e all’estero è nota a tutti, ma il capoluogo di provincia sa andare oltre la famosa torre o l’associazione a Galileo Galilei (al quale è intitolato proprio l’aeroporto tra i tanti omaggi).

Una guida su cosa vedere e magiare a Pisa sarà allora un ottimo punto di partenza per visitare la città della squadra resa celebre al grande calcio da Romeo Anconetani.

Cosa vedere a Pisa

Ovviamente la Torre di Pisa, situata in Piazza dei Miracoli e a 5 minuti a piedi dallo stadio Arena Garibaldi, è una tappa obbligatoria per ammirare il potenziale di una città fantastica e a misura d’uomo.

Non tutti possono permettersi beni culturali inseriti nel Patrimonio UNESCO e lo stadio della città così ravvicinati. Tutto ciò rende l’atmosfera dell’esperienza partita a Pisa davvero unica e memorabile.

Per raggiungere la torre è consigliabile una passeggiata sui Lungarni, non prima di “perdersi” tra i vicoletti e le stradine del centro, con uno stile tipicamente riconoscibile nelle province toscane.

Piazza dei Miracoli

Come anticipato, la Torre di Pisa è un monumento inflazionato quando si parla di Pisa ma la famosa torre pendente è uno di quei beni culturali che vale la pena ammirare ogni giorno o ad ogni gita nella città toscana.

Inoltre, la sua collocazione permette di raggiungere Piazza dei Miracoli. La piazza in cui si trova insieme alla torre anche il Duomo di Pisa, ovvero il Duomo di Santa Maria Assunta, il Battistero dedicato a San Giovanni Battista e il Camposanto Monumentale.

Quello di Pisa è inoltre il più grande Battistero d’Italia grazie ai suoi 107 metri di circonferenza. Il Duomo, costruito a partire dal 1063 (1064 secondo il calendario pisano vigente all’epoca) invece, è un monumento bellissimo che ha fatto da modello di ispirazione per il resto della Toscana e per Sardegna e Corsica a causa dell’influenza e della dominazione antica da parte della Repubblica di Pisa.

Tuttomondo

 

A Pisa troverete anche una delle più note testimonianze artistiche dell’americano Keith Haring: il murales Tuttomondo.

Il tema di questo murales, uno tra i più grandi d’Europa, è la pace nel mondo ed è l’ultima opera di Haring. Si tratta di un’altra tappa da fare assolutamente durante una trasferta a Pisa facilitata dal fatto che il murales si trova a pochissimi minuti a piedi dalla stazione centrale.

Piazza dei cavalieri

È la seconda piazza più importante di Pisa. Una tappa intermedia più rilassata rispetto al caos di Piazza dei Miracoli in cui distrarsi tra le bancarelle di antiquariato. Nella piazza voluta da Cosimo I de’ Medici e realizzata dal grande Giorgio Vasari, si possono trovare diversi attrazioni e monumenti culturali come il Palazzo dell’Orologio, ma anche una delle università più note del nostro Paese: la Scuola Normale di Pisa.

Cosa mangiare a Pisa

Il Bordatino

Il Bordatino è una minestra tipica della città di Pisa.

La parola “bordatino” sembra derivi dal fatto che la pietanza veniva preparata spesso a bordo delle navi e dei pescherecci, vista la sua semplicità e soprattutto la reperibilità dei suoi ingredienti.

Ci sono numerose varianti che possiamo racchiudere in quelle zona mare, dove questo piatto si preparava con il pescato del giorno, mentre in campagna si mangiava con le verdure dell’orto e/o il lardo. Un piatto tipico della cucina povera contadina.

La ricetta originale pisana è quella vegetariana, il segreto sta nel soffritto molto abbondante e ricco di ortaggi, la ricetta originale prevede: cavolo nero, farina di mais e fagioli.

La Zuppa alla Pisana

Anche questo è uno dei piatti tipici della cucina contadina, una necessità diventata tratto distintivo della gastronomia italiana.

La Zuppa alla Pisana è una delle ricette più antiche e tradizionali toscane molto saporita e nutriente, sempre presente nei menù delle trattorie all’ombra della Torre Pendente.

La storia vuole che questa ricetta derivi dal Medioevo dove i servi riunivano i resti dei banchetti dei propri padroni con particolare attenzione al pane, elemento principale della pietanza. Il pane raffermo viene cotto in acqua con verdure e ortaggi. Fagioli e cavolo nero non possono mancare, poi patate, cipolla, carote, bietola, pepolino e pomodori.

La Pizza alla Pisana

L’Italia è la patria della pizza, non ci sono dubbi sull’associazione col Paese e questo piatto amato in tutto il mondo.

Le varianti sono molteplici e anche Pisa ha la sua. La Pizza alla Pisana è un tipo di pizza preparata e cotta in teglia, la sua particolarità sta nel fatto che ogni porzione viene posta una sopra l’altra. Una delle peculiarità o consigli per l‘impasto sta nella temperatura di lievitazione tra i 25-30 °C.

Non c’è una tradizione stringente nel condimento nemmeno se a Pisa dove si dice basti passata di pomodoro, olio extravergine d’oliva, acciughe e qualche cappero per ottenere un risultato fantastico.

Calcio, cultura e cibo sono le 3 C dell’Italia. In una trasferta di Serie BKT a Pisa potrete giovare di tutto ciò per un’esperienza memorabile.

 

 


Fonte: LEGA BTK – legab.it

Nel ricordo di Gigi Marulla

È il 26 giugno 1991 e in Serie B si gioca lo spareggio tra Salernitana e Cosenza per decretare chi sarà destinato a retrocedere e chi restare in cadetteria.

A Pescara, davanti ad oltre 12.000 spettatori, la partita la risolve Marulla che sigla un gol che è leggenda. Il Cosenza ottiene la salvezza, la Salernitana è in C1. Quella rete, però, è stata capace di trascendere il peso sportivo: è il momento in cui le storie di “Gigi” e dei Lupi Silani si legano indissolubilmente per restare abbracciate per l’eternità.

Il rapporto tra Marulla ed il Cosenza oltrepassa i numeri e le statistiche: essere il calciatore più presente di sempre dei calabresi e il massimo goleador di tutti i tempi è solo una magnifica cornice di un quadro molto più ricco di significato che i protagonisti di questa storia hanno dipinto in 11 stagioni, suddivise in due periodi distinti.

Un idolo in campo e un uomo umile fuori.

Uno “del popolo”. Una dimensione, uno status complesso da raggiungere, ma che Marulla riusciva a vivere ed alimentare semplicemente essendo se stesso. È questo il ricordo che tutti i cosentini hanno di quel calciatore, poi divenuto amico, nato in un paesino in provincia di Reggio Calabria e adottato da tutta Cosenza che lo rese cittadino di fatto e massimo rappresentante sportivo della piazza in tutta Italia.

“E Marulla segna ancora e la Curva si innamora”: questo uno dei cori che il San Vito, poi co-intitolato proprio a Gigi, intonava durante le partite casalinghe del Cosenza.

L’innamoramento, l’immedesimazione e la passione: temi che si rincorrono costantemente nel corso di questa storia, che ritornano ciclicamente, che nei fatti sono sempre lì presenti nella mente di ogni cosentino. Tutt’oggi il ricordo di Marulla campione e guerriero in campo riecheggia vivido nei pensieri di ogni singolo tifoso rossoblù che ricorda il protagonista di mille battaglie per la salvezza e di campionati giocati sfiorando la Serie A (sfumata nel 1992 per soli due punti con Reja in panchina ad esempio).

Un legame, quello tra Marulla e il Cosenza, che in quel maledetto 19 luglio 2015 si piega ma non si spezza, anzi, va ad ascriversi nell’eternità: il dolore immenso per la scomparsa di Gigi Marulla si trasforma in amore assoluto, incondizionato ed eterno per colui che ha reso grande e orgogliosi tutti i cosentini.

Ai funerali di Marulla, tra la disperazione e l’incredulità dettata dalla situazione, la sensazione non è quella del divo salutato dal suo popolo, come spesso accade per le icone calcistiche capaci di diventare soggetti in cui identificarsi, ma quella più umana descrivibile con un ossimoro: c’è un silenzio assordante in quel giorno.

La gente di Cosenza saluta Gigi a suo modo: un rappresentante umile e grandioso meritevole di essere ricordato per sempre per la sua semplicità.

“L’antidivo che non si è mai sentito una star, non è mai stato troppo vanitoso e non si è dato mai delle arie. Io lo definisco un giocatore del popolo”. Parole di Kevin Marulla che, in una frase, ha racchiuso tutto ciò che papà Gigi è stato.

Un antidivo in cui la sua gente si identifica ancora oggi, in modo anche formale oltre che passionale: Marulla infatti è concittadino onorario. Kevin è dal 2013 il Team Manager del Cosenza: il nome dei Marulla presente come una costante dai contorni fiabeschi nella storia del club.

Una storia eterna che legherà per sempre Gigi alla sua gente.


Fonte: LEGA BTK – legab.it

FOTO Petagna regala la maglietta del Napoli alla superstar Blanco

Andrea Petagna non ha più trovato molto spazio con il Napoli negli ultimi mesi dopo aver dato un contributo di valore durante lo stop di Osimhen. Il centravanti triestino ha segnato in stagione tre reti in campionato e una in Coppa Italia, regalando tre assist in Europa League.

Sulla sua pagina Instagram Petagna ha testimoniato la sua partecipazione all’atteso concerto che ieri sera la star Blanco ha tenuto al Palapartenope. Il calciatore del Napoli ha incontrato il cantante nel backstage regalandogli una maglietta della sua squadra come viene mostrato dallo scatto in una story.

Monopoli, Mercadante suona la carica: “Fino all’ultimo respiro”


Carica a mille per il Monopoli che sa di dover compiere un’impresa per superare il Catanzaro e assicurarsi un posto nelle semifinali playoff di Serie C. Mario Mercadante, difensore dei pugliesi, sfrutta i social per animare l’intero ambiente in vista della trasferta in casa giallorossa: “Qualcuno pensa che al gioco del calcio si giochi con i piedi, sono gli stessi che pensano che agli scacchi si giochi con le mani… fino all’ultimo respiro. #forzamonopoli“. 

Fonte:TuttoC.com

Pres Potenza: “Arrivata una manifestazione di interesse seria e credibile”


Buone notizie per il futuro del Potenza. A parlarne è Salvatore Caiata, presidente del club che ha annunciato il proprio disimpegno dalla società lucana, ai microfoni de lanuova.net: “Non mi piace parlare di Mister X. Di manifestazioni di interesse ce ne sono state diverse soprattutto negli ultimi due giorni, ma una in particolare è apparsa subito molto seria, credibile, ma soprattutto serena e costruttiva, ed è quella col Gruppo Macchia. A che punto è la trattativa? In realtà è un’interlocuzione avviata già da qualche anno, ma che ha ripreso piede negli ultimi giorni. Stiamo discutendo non tanto in termini di trattativa commerciale, quanto di una progettualità futura. C’è un filo che ci lega fatto di visione, follia, ambizione. C’è grande sintonia fondata su un rapporto di rispetto e fiducia. Si era parlato della possibilità di fare un pezzo di strada insieme, e ora può diventare realtà”.

Fonte:TuttoC.com