#Blegend: i calciatori più longevi della Serie B

Tra calciatori “bandiera” di un club e tanti altri calciatori iconici che hanno rinvigorito la fama di questo sport, ci sono diversi atleti che offrono quasi l’impressione di non voler smettere mai col calcio giocato.

In Serie B, nelle ultime stagioni in particolare, tanti campioni stanno mostrando grande voglia di voler continuare a giocare ad alti livelli, divenendo anche un punto di riferimento per i compagni più giovani. L’ultimo campionato di Serie BKT ha sorpreso tutti i calciofili con l’arrivo di uno dei più grandi esempi di longevità nel calcio, oltre che icona globale di questo sport: Gigi Buffon.

Un mese dopo la nascita di Mirko Antonucci, nel 1999, @gianluigibuffon parava il sesto rigore in carriera durante un match di Coppa UEFA.

Con quello di oggi sono 37.

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— Lega B (@Lega_B) October 28, 2021

Il portiere del Parma, ad ormai 44 anni, non vuole proprio sentirne parlare di ritiro. La sua ultima presenza è datata 25 aprile 2022 in occasione del match contro il Perugia che lo piazza attualmente al terzo posto sul podio della graduatoria dei giocatori più longevi ad aver giocato in Serie BKT.

Con qualche anno in meno, El Tanque German Denis è stato un punto fermo della Reggina nell’ultima stagione. La sua ultima presenza, datata 30 aprile 2022, in occasione della sfida casalinga contro il Como, lo rende il 13° calciatore più longevo ad aver disputato una gara in Serie B nella storia.

Con il gol messo a segno contro il Como a 40 anni 7 mesi e 20 giorni, El Tanque Denis diventa il più anziano marcatore della storia della #SerieBKT ⚽️ pic.twitter.com/otNafr3Nci

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Due gradini più sotto, al 15° posto, troviamo Rodrigo Palacio: a 40 anni l’ex Inter e Bologna è stato ancora protagonista col Brescia nella passata stagione e la sua classe riesce ancora oggi, nonostante l’età, a far innamorare gli appassionati del campionato degli italiani.

In seguito troviamo Christian Maggio: l’esperto terzino destro, con la sua ultima presenza datata 6 maggio 2022 nella sfida contro l’Alessandria, si è piazzato al 16° posto in questa speciale classifica.

Sono tanti i campioni che fanno parte di questa particolare graduatoria che premia i calciatori più longevi della Serie B: dall’eterno Ballotta ad Antonioli, da Lucarelli a Moscardelli fino a Carrera. In molti non hanno mollato, per loro ha prevalso la grande voglia di scrivere ancora pagine importanti della loro storia personale e professionale. Un po’ come sta accadendo con Buffon al Parma che è attualmente al terzo posto, dietro soltanto ad Andrea Pierobon (ultima presenza datata il 22 maggio 2015 in Cittadella-Perugia) e all’immenso Renato Bartolozzi che a 46 anni e 9 mesi ha disputato la sua ultima gara in Serie B, con la maglia dell’A.C. Parmense.

La classifica dei 20 calciatori più longevi nella storia della Serie B 

 

Renato Bartolozzi – A.C. Parmense – 46 anni 9 mesi (ultima presenza) Andrea Pierobon – Cittadella – 45 anni, 10 mesi e 3 giorni Gianluigi Buffon – Parma – 44 anni, 2 mesi e 28 giorni Cesare Franchini – Hellas Verona – 41 anni, 10 mesi e 6 giorni Mario Degrassi – Triestina – 41 anni, 4 mesi e 14 giorni Marco Ballotta – Treviso – 41 anni, 2 mesi e 2 giorni Massimo Carrera – Treviso – 41 anni, 1 mese e 20 giorni Albano Bizzarri – Foggia – 41 anni, 1 mese e 18 giorni Alessandro Lucarelli – Parma – 40 anni, 9 mesi e 26 giorni Alberto Pomini – SPAL – 40 anni, 8 mesi e 24 giorni Francesco Antonioli – Cesena – 40 anni, 8 mesi e 16 giorni Gianluca Berti – Cesena – 40 anni, 8 mesi e 16 giorni German Denis – Reggina – 40 anni, 7 mesi e 20 giorni Davide Moscardelli – Pisa – 40 anni 5 mesi e 21 giorni Rodrigo Palacio – Brescia – 40 anni, 4 mesi e 1 giorno Christian Maggio – Vicenza – 40 anni, 2 mesi e 25 giorni Pier Graziano Gori – Benevento – 40 anni, 2 mesi e 21 giorni Ruben Garlini – Albinoleffe – 39 anni, 11 mesi e 14 giorni Dario Dainelli – Livorno – 39 anni, 10 mesi e 26 giorni Ivan Del Prato – Albinoleffe – 39 anni, 10 mesi e 6 giorni

 

 

Nella foto LaPresse Goran Pandev con la maglia del Parma


Fonte: LEGA BTK – legab.it

Vacanze a Miami per Abraham, Tomori e Aina

Il numero 9 della Roma, il difensore del Milan e l’esterno del Torino sono amici fraterni e stanno trascorrendo gli ultimi giorni di riposo negli Usa

L’attaccante c’è, i difensori pure. E poi ci sono anche il mare, la piscina con vista sull’oceano, un po’ di palestra, tanta musica, qualche birra: sono vacanze all’insegna dell’amicizia quelle di Tammy Abraham, numero 9 della Roma, Fikayo Tomori, difensore del Milan, ed Ola Aina, esterno del Torino. Prima sono stati a Los Angeles, poi hanno cambiato costa, spostandosi a Miami dove li ha raggiunti anche Leah, la fidanzata del romanista. Tra musica, brindisi e bagni, ne approfittano per allenarsi un po’ e giocare a pallone ma, come si vede in un video pubblicato su Instagram, non sono proprio in formissima visto che, tra scherzi e risate nel gioco dei palleggi con la testa, non sono andati benissimo.

La nuova stagione

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Adesso, dopo gli ultimi giorni di vacanza, li aspetta la nuova stagione. Con nuove sfide….

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Lazio, Sarri: “Lo so, la squadra verrà completata in corsa”

L’allenatore parla del nuovo acquisto Marcos Antonio: “È giovane, dovrà ambientarsi, ma ha già esperienza in Champions”

Difficoltà oggettive, ma esterne. La Lazio al momento ha perso tre giocatori (Luiz Felipe andato al Betis, Lucas Leiva tornato al Gremio e Strakosha), tutti a zero, chiudendo la trattativa con lo Shakhtar per Marcos Antonio. La prossima settimana i biancocelesti partiranno per il ritiro di Auronzo ed è improbabile che Sarri possa lavorare fin dall’inizio sulla rosa completa. “Nel calcio moderno andare in ritiro con la squadra costruita è impossibile – ha spiegato il tecnico -. Un anno c’è la Nations League, un anno gli Europei, un anno i Mondiali. Solitamente fai il ritiro con dieci giocatori e dieci Primavera, il resto arriva sempre in corsa. Sarebbe bello avere tutti dall’inizio, ma non lo può fare quasi nessuno”.

LE TRATTATIVE

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Sarri ha parlato anche di Marcos Antonio, preso proprio per sostituire Leiva. “Parliamo di un ragazzo giovane, si…

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Napoli, c’è Maximiano per la porta: arriva in prestito con riscatto?

Il portiere è retrocesso col Granada e quindi la clausola rescissoria si è dimezzata. Il club di De Laurentiis punta al prestito con riscatto

Si può essere protagonisti anche se la propria squadra finisce con il retrocedere e poi – addirittura – “approfittare” della situazione. Luis Maximiano, 23 anni portiere portoghese che nell’ultima Liga ha messo insieme 35 presenze, ha attirato tanti club europei anche in virtù del fatto che il Granada è sceso di categoria. Tra le squadre che hanno mostrato interesse – già da tempo – c’è il Napoli, pronto però adesso ad affondare il colpo proprio perché la clausola rescissoria di Maximiano si è dimezzata in virtù del fatto che il Granada il prossimo anno giocherà in Segunda Division. Dunque, per portarlo via occorrono “soltanto” 12,5 milioni: cifra accessibile per gli azzurri che però, dopo aver investito già 35 milioni su Olivera, Kvaratskhelia ed il riscatto di Anguissa, sono in attesa di cessioni che finanzino il mercato.

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Milan-Puma, rinnovo record con lo sponsor tecnico

Contratto prolungato fino al 2028: si sale da 14 milioni a circa 30-35, la cifra più alta di sempre per il club. L’azienda tedesca darà anche il nome al centro sportivo del vivaio: “Vismara–Puma House of Football”

E’ tutto fermo, scuotono la testa sconsolati i tifosi ormai da giorni, aggrappati alla speranza di veder finalmente materializzarsi le firme “stappa-mercato” sui contratti di Maldini e Massara. Tutto fermo, quindi? Insomma, mica tanto. Perché un club di prima grandezza come il Milan non vive di solo mercato, anzi: la sostenibilità economica indispensabile per abbattere il rosso di bilancio, fare pace con il fair play finanziario Uefa ed essere finalmente liberi di operare senza paletti, passa soprattutto da altre strade. Lo stadio, è evidente. Ma quello ancora non c’è. E allora ecco prendersi la scena l’ufficio commerciale di via Aldo Rossi. Con un rinnovo molto importante e decisamente “pesante” dal punto di vista economico.

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A lezione di gavetta con Alessandro Gabrielloni

La storia di Alessandro Gabrielloni racconta tanto di quanto talento viene smarrito o non riesce ad emergere nel sottobosco del calcio italiano, ossia tutto il panorama dilettantistico.

Il ventisettenne attaccante ha disputato la sua prima stagione di Serie BKT solo nell’ultimo campionato col Como non prima di una scalata per molti proibitiva partita dalla Serie D sempre coi lariani. Prima di approdare in Lombardia, mai il calciatore nativo di Jesi aveva avuto chance di disputare un match della seconda lega per gerarchia del italiano. La gavetta, però, premia chi è costante e Gabrielloni ripaga di anno in anno la fiducia dei club a suon di gol. La sua ascesa, legittimata dalle 4 marcature in cadetteria e la capacità di cambiare il destino di alcune partite entrando a gara in corso, è la dimostrazione plastica che nel calcio la meritocrazia può esistere, e sul lungo periodo si rivela proprio un crocevia di tante carriere.

Le origini di Gabrielloni sono legate alla lega nazionale dilettanti in maniera viscerale al punto che è proprio con la rappresentativa dei dilettanti che la punta riuscì a farsi notare per la prima volta.

Alle prime due partecipazioni al torneo di Viareggio siglò infatti 2 reti in 6 partite. La prima esperienza vera in D è stata il Taranto, club in cui nel 2014 – 2015 oltre a segnare 6 reti mette a referto 8 assist.

La stagione successiva resta in Puglia, ma col Martina Franca ha minor fortuna e infatti dopo appena 6 mesi si trasferisce al Campobasso. In Molise  ha a disposizione solo girone di ritorno per farsi notare e l’attaccante marchigiano lo sfrutta per realizzare 8 gol. La stagione successiva sarà quella della consacrazione: a 22 anni giunge alla Cavese allenata da mister Emilio Longo, sotto la cui guida si afferma in maniera definitiva come cannoniere. Andrà in gol 16 volte e si confermerà tra le punte più interessanti della categoria, suscitando l’interesse di un’altra pugliese.

Una chance che cambia una carriera

 

Nel 2017 – 2018 si trasferisce nuovamente, stavolta per compiere il salto nel professionismo con la maglia del Bisceglie.

L’impatto con la categoria non si rivela semplice: in un intero girone accumula appena 520 minuti e a gennaio si accinge a rientrare nel calcio dilettantistico. Ciò che forse non può immaginare è che quel cambio di casacca gli cambierà il destino sportivo e in parte la vita stessa. Emigrato in Lombardia dopo anni al sud, Gabrielloni torna nella competizione che ormai considera casa sua con la volontà di dimostrarsi superiore a essa.

A Como fa ancora meglio che a Campobasso, segnando 10 gol in 14 partite. Si tratta soltanto del preambolo di una storia avvincente e romantica: il campionato successivo centra la promozione coi lariani, con uno score di 12 reti in 2.000 minuti. Il suo volto, in seguito ad anni di sacrifici appesantiti da qualche batosta, è tra quelli più riconoscibili di un club storico che si riappropria della Serie C. Forse all’ormai ventiquattrenne e già navigato attaccante sembra già una favola, ma il vero sogno è appena alle porte.

Nonostante l’esperienza tutt’altro che entusiasmante a Bisceglie, il Como decide di confermarlo nella categoria superiore. Gabrielloni stavolta la approccia con la fame, l’esperienza alle  spalle e l’intelligenza di chi sa di non poter perdere un altro treno se desidera essere qualcosa di più che un bomber della Serie D. Il balzo in avanti stavolta riesce dopo aver affinato le sue caratteristiche principali.

Nell’attaccante del Como spicca la capacità implacabile nei movimenti nell’area piccola, zona nevralgica del gioco dove Gabrielloni sembra sapere in anticipo dove finirà il pallone. Un altra dote, di cui non sempre è munito un calciatore che fa dell’area piccola la sua zona di comfort, è l’elevato valore associativo: Gabrielloni infatti sa legarsi coi compagni fungendo da punto di riferimento e sa dettare l’attacco della profondità favorendo anche l’inserimento di altri compagni dalle retrovie. Un prototipo di giocatore sia testa che core.

La consacrazione con il Como di Gattuso

 

Al primo anno di C realizza 10 gol, nel secondo addirittura 12 griffando un’altra incredibile promozione guidato da un comasco DOC come Giacomo Gattuso.

Nell’ultima Serie BKT si merita la conferma in un roster altamente competitivo che spazia da Cerri a La Gumina e si arricchisce con tantissimi esterni offensivi di qualità. Nell’ultimo campionato lo spazio a lui dedicato non può essere quello degli anni precedenti, ma Gabrielloni si è saputo giocare alla perfezione le proprie carte a partita in corso: si sblocca col Cittadella, regala 3 punti realizzando una doppietta nel 2-1 contro il Cosenza e segna anche nell’1-1 contro il Pordenone. I gol, pur se decisivi, non bastano però a spiegare il significato e il valore della sua esperienza cadetta.

Combattivo ma mai irruento, generoso ma mai offuscato. Un’arma in più in un reparto ricchissimo. La consapevolezza, nello sport e nella vita, è uno strumento preziosissimo: l’attaccante ha vissuto la sua prima stagione in Serie BKT con la maturità e l’umiltà che solo chi ha visto il lato più duro del calcio riesce a sviluppare.

La lunga gavetta gli ha regalato una storia memorabile, che con tanti anni di carriera ancora davanti può arricchirsi con tante pagine pregnanti di profonde soddisfazioni.

 

 

Nella foto LaPresse Gabrielloni


Fonte: LEGA BTK – legab.it