Produzione speciale per le finali

Una produzione televisiva sempre più all’avanguardia. La Serie BKT per le due finali di andata e ritorno fra Monza e Pisa regala ai propri tifosi una tecnologia speciale in 4K HDR nativo, con definizioni di immagine e colori paragonabili all’occhio umano, per un totale di 16 camere e l’utilizzo delle corner cam, l’innovativo sistema utilizzato per la prima volta in Italia con le riprese dall’interno delle bandierine.

Inoltre alcuni broadcaster ufficiali, Sky e Dazn, integreranno la partita con camere dedicate con l’emittente di Santa Giulia che avrà in più anche un drone.


Fonte: LEGA BTK – legab.it

Chiesa e Vlahovic insieme a Montecarlo. Una giornata a tifare Ferrari

L’esterno della Juve: “Siamo qui per tifare le Rosse. Se penso alla 10? No”

In attesa di vederli in campo insieme, eccoli fianco a fianco a Montecarlo a seguire il Gran Premio di Formula 1. Federico Chiesa e Dusan Vlahovic ancora non hanno giocato insieme nella Juventus, ma sono molto amici dai tempi della Fiorentina. Con l’ala che è ai box da inizio gennaio, causa la rottura di un crociato che ha comportato un intervento ed ora una lunga riabilitazione. Non tornerà in campo prima di ottobre. Il serbo invece era arrivato a fine gennaio, ed ha vissuto i primi mesi di ambientamento in casa Juve in vista di una stagione che lo vedrà ancor più al centro del villaggio.

Intanto cresce l’attesa, come sottolinea ai microfoni di Sky Sport Federico Chiesa: “Non vedo l’ora di giocare con lui, siamo qui per tifare la Ferrari”. La domanda si sposta poi sulla numero 10, la maglia che Chiesa potrebbe indossare nella prossima stagione: “Se penso alla 10? No, no. Solo alla Ferrari”.

Poi la…

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Niente social per il bimbo di Theo Hernandez, Zoe spiega: “La gente è pazza”

La compagna del calciatore del Milan spiega perché hanno deciso di non mostrare il bimbo appena nato sui social

Zoe Cristofoli condivide moltissimo della sua vita privata. La compagna di Theo Hernandez racconta anche la sua nuova avventura come mamma, ma non mostra – per ora – il viso del piccolo appena nato. Lei e il calciatore del Milan preferiscono proteggerlo. Ecco le motivazioni spiegate sui social: “Perché la gente è cattiva e pazza… Solo ti mandano energie negative vorrebbero ti accadessero le peggio cose… Voglio proteggerlo e tenerlo per noi… Quando sarà più grande lo condividerò”.

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Heysel 37 anni fa: Juve, Liverpool e tutto il calcio ricordano la tragedia

Il 29 maggio 1985 a Bruxelles, prima della finale di Coppa dei campioni tra bianconeri e Liverpool, una delle più grandi tragedie del calcio. Gravina: “Mai più giornate così”. La Fiorentina: “Il rispetto non conosce colori”

Passano gli anni, ma il ricordo e l’orrore restano sempre indelebili. La sera del 29 maggio 1985, dentro lo stadio Heysel di Bruxelles, oggi intitolato a Re Baldovino, si consumò una delle tragedie più terrificanti della storia del calcio. Poco prima della finale di Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool, 39 persone, di cui 32 italiane, morirono per il crollo del muro che delimitava il settore Z, crollo causato dalla fuga dei tifosi italiani assaliti dagli hooligans inglesi. Oggi, a 37 anni di distanza, società, istituzioni calcistiche ma anche semplici tifosi, ricordano quelle morti insensate.

la juventus

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“Quando la memoria va a una tragedia incredibile, come quella che il 29 maggio del 1985 si verificò all’Heysel, in occasione della…

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Giampaolo rilancia: "Mai temuto la B, il mio futuro è alla Samp. Ora palla al club"

Giampaolo rilancia: “Mai temuto la B, il mio futuro è alla Samp. Ora palla al club”
Il tecnico: “Il rigore parato da Audero nel derby è stato il momento decisivo del campionato. Sabiri è diventato il beniamino dei tifosi, ma adesso viene il difficile”
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Alle origini di Torregrossa: il Monza e i primi gol sotto la neve

È il 12 febbraio 2012, la cornice è lo stadio Brianteo, oggi U-Power Stadium.

La neve circonda nel vero senso della parola la domenica calcistica nella città brianzola dove si gioca una partita di campionato di Lega Pro Prima Divisione Girone A. Le squadre in campo sono il Tritium e il Monza, proprio quelle che in quella stagione condivisero l’impianto per il mancato rinnovo della deroga dello stadio La Rocca, dove la compagine di Trezzo sull’Adda disputava le proprie partite interne.

Al termine del torneo, una delle due scenderà in Lega Pro Seconda Divisione. La risposta alla domanda “quale delle due” è controintuitiva a vederle oggi, perché a salutare la categoria fu il Monza. È in questo contesto che si faceva spazio tra i professionisti un giovane Ernesto Torregrossa.

Il giovane Torregrossa

In quella partita un diciannovenne Torregrossa realizzò una doppietta, tra cui un gol (il secondo) di enorme qualità, realizzato passando attraverso le maglie della linea difensiva avversaria prima di battere il portiere con un pallonetto raffinato.

Si trattava della terza esperienza nel calcio “dei grandi”: Torregrossa, infatti, era reduce dalle parentesi di Verona (sponda Hellas, che ne avrebbe detenuto per anni il cartellino) e Siracusa; le prime esultanze però arrivarono solo in biancorosso.

Intervistato dopo la partita, il ragazzino che si presenta ai microfoni è già attento al look invidiabile soprattutto nella sua chioma ordinata, non ha barba e si distingue per una postura sublimata da una compostezza quasi cavalleresca. Le prime parole sono sincere, pur evitando alcuna forma di sensazionalismo dovuto all’emozione delle prime volte.

Torregrossa ora è uno dei fiori all’occhiello della categoria

Poco più di dieci anni dopo, Torregrossa tornerà al Brianteo, nel frattempo diventato U-Power Stadium e senz’altro migliorato dagli importanti lavori di ristrutturazione finanziati dalla nuova proprietà.

Il tuffo nel passato arriverà indossando i colori del Pisa, compagine da difendere in una doppia sfida dal significato importante: l’andata della finale playoff di Serie BKT e quindi il posto da terza promossa in Serie A.

Torregrossa arriva all’appuntamento forte di una centralità tattica guadagnata rapidamente in terra toscana, dov’è approdato lo scorso 24 gennaio. Sette gol in diciassette presenze (solo Puscas, anch’egli innesto di metà stagione, ha segnato di più per i nerazzurri), tante giocate e importanti varianti offerte a Luca D’Angelo e ai compagni. Riferimento centrale oppure rifinitore, capace di stazionare in uno spazio così come di liberarlo per favorire gli inserimenti altrui grazie alla sapiente conoscenza del gioco che onora e migliora con la tecnica che tutti hanno doverosamente imparato a riconoscergli. È diventato nel tempo una sorta di regista offensivo.

Il Torregrossa del 2022 si presenterà diverso, più smaliziato in area, con la barba, i capelli più lunghi e la compostezza di sempre. Torregrossa ha fortificato i concetti con l’esperienza di chi in Serie BKT ha giocato, vinto e convinto.

Un processo naturale, che l’ha reso l’arma in più anche sotto l’aspetto umano per la sua squadra, il tutto conservando la semplicità e l’incisività che mostrava quando era un giovane diciannovenne.

Quel ragazzo si è fatto uomo e magari, prima di entrare in campo, anche solo per un minuto, ricorderà con un sorriso quella piazza che ne ha favorito la crescita.

 

Nella foto LaPresse Torregrossa in azione con la maglia del Pisa


Fonte: LEGA BTK – legab.it

COMUNICATO DEL PRESIDENTE CANONICO – Calcio Foggia 1920

C’è troppo rumore intorno al Calcio Foggia 1920, per questo avverto la necessità di fare chiarezza sulle voci destabilizzanti che mi vedono alla porta del club rossonero. Riassumo il mio pensiero in alcuni punti, di seguito elencati.
1. Innanzitutto è bene ricordare -ancora una volta- che a dare fiducia al Maestro Zeman e a riportarlo a Foggia è stato Nicola Canonico e non uno dei presidenti delle gestioni precedenti e che, mentre lo riportavo a Foggia, c’era chi criticava aspramente questa mia scelta.

2. L’ho voluto a Foggia all’inizio della mia avventura societaria e ho continuato a volerlo a Foggia anche durante le 7 ore di colloquio del 26 maggio, mentre registravo la sua irrevocabile indisponibilità a restare.

3. Una indisponibilità a restare che cozzava fortemente contro l’impegno morale, assunto dal Maestro il 25 gennaio con la firma di un contratto da me controfirmato e che ho avuto modo di mostrare anche ad un rappresentante della stampa, affinché fosse fugato anche il minimo dubbio -nato da alcune infelici dichiarazioni del Maestro- sulla assenza di accordo sul suo futuro compenso economico.

4. L’ho quindi riportato a Foggia e volevo trattenerlo a Foggia anche nella prossima stagione. Non l’ho mandato via io e non ho nemmeno creato le condizioni per indurlo ad andare via! Chi mi accusa di ciò, chi mi rimprovera questo, è in errore, forse è anche in malafede, e -credetemi – sto da troppo tempo assistendo ad un continuo insopportabile crescendo di accuse, accompagnato da scarsissimi ‘Grazie, Canonico’, ma su questo argomenterò di più e meglio più avanti.

5. Mi sia consentita ora, invece, la valutazione di alcuni numeri, perché -cari amici – un Presidente deve godere delle meravigliose emozioni regalate principalmente dai tifosi delle curve, ma deve innanzitutto e soprattutto guardare e valutare i numeri…e non solo quelli relativi al bilancio, che pure sono importanti.

6. I numeri ci dicono che -prima del ritorno di Zeman – il Foggia si è classificato in nona posizione, con Zeman -nella stagione da poco conclusa – in settima posizione. I numeri di dicono anche che durante i play off -prima del ritorno di Zeman- il Foggia è stato eliminato dopo il primo turno, con Zeman il Foggia è stato eliminato dopo il secondo turno. I numeri ci dicono ancora che il costo della gestione di squadra e staff nella stagione pre Zeman è stato di un milione e duecentomila euro, nella stagione di Zeman è stato di 2 milioni e settecentomila euro…più del doppio!!! Allora, stima incondizionata per ciò che il Maestro ha rappresentato nel calcio italiano e nella gloriosa storia della squadra del Foggia, ma NESSUNO può dire che non ci aspettassimo di più!! NESSUNO può dire che quanto prodotto nel presente è ben lontano da quanto prodotto in alcune indimenticabili stagioni del passato. Noi però vogliamo un Foggia che si affermi nel presente e non possiamo accettare che si guardi all’oggi con le lenti della nostalgia. Si vincono i campionati con fatti e numeri, non con i ricordi! Si vincono i campionati anche scoprendo e forgiando talenti degni di affermarsi nelle serie superiori…ma quest’anno non abbiamo condiviso il piacere di applaudire alcun nuovo ‘Signori’ né alcun nuovo ‘Barone’ o ‘Rambaudi’.

7. Quindi, cari leoni da tastiera, che mi sommergete quotidianamente di accuse infondate e persino di insulti irripetibili, appartengo come voi agli estimatori del Maestro ma -preso atto della sua volontà di andar via- appartengo anche a coloro che pensano che ci sono allenatori dal passato certamente meno glorioso ma che potrebbero e potranno portare il Foggia più in alto di questa stagione!

8. Ciò sarà però possibile solo se la tifoseria sarà unità nel sostenere squadra e società, se la città sarà unità nel sostenere squadra e società, se l’opinione pubblica saprà aspettare con pazienza e fiducia la fine della prossima stagione per valutare i NUMERI prodotti e giudicare su fatti e dati concreti e non con pregiudizi e preconcetti inaccettabili.

9. Ribadisco: sono venuto qui con entusiasmo ad investire il mio denaro per fare assieme a tutti voi una scommessa…quella di riportare il Foggia in B in un triennio. Non sono pentito di questa scelta e conservo l’entusiasmo iniziale. Però in città e nella tifoseria sta crescendo il numero di coloro che mi considerano un estraneo, quasi un nemico. Sta crescendo il numero di coloro che pensano che sia un ostacolo e non una opportunità. Sta pericolosamente crescendo il numero di coloro che mi hanno scelto come una sorta di bersaglio o di osservato speciale da tenere sotto tiro quotidianamente.

10. A tutti costoro – e non solo a loro – io oggi voglio dire con serenità, ma anche grande fermezza, che non voglio essere un bersaglio, non voglio essere un nemico, non voglio essere un ostacolo per il cammino glorioso che il Foggia merita. Quindi, se c’è chi può svolgere il mio compito meglio di me ed ha adeguate disponibilità economiche ed una migliore capacità organizzativa, sappia che le mie quote sociali sono a disposizione. Si faccia avanti presto però…perché c’è molto lavoro da fare e non si può perdere oltre 7 giorni. La mia è una comunicazione pubblica di disponibilità rivolta tanto ad eventuali fondi esteri che a cordate di imprenditori nazionali o locali. É una comunicazione pubblica di disponibilità rivolta innanzitutto alla dottoressa Pintus, attuale proprietaria del 49 percento.

11. Si sappia -e cortesemente si riporti- che non è assolutamente mia intenzione guadagnare nemmeno un euro da questa eventuale cessione. Essa -ove dovesse concretizzarsi- avverrà al costo da me sostenuto per l’intera stagione 2021/2022. Non è speculazione né disimpegno…è un richiamo ai tanti chiacchieroni a produrre fatti positivi per il Foggia e non solo parole vuote. É un richiamo agli odiatori professionali a produrre offerte di acquisizione e non solo accuse infondate e insulti.

12. Ci rivedremo tra 7 giorni per annunciarvi l’eventuale passaggio di quote e il nome del nuovo Presidente. Ove ciò non sia possibile per assenza di interessati e di innamorati concreti del Foggia, consentirete cortesemente all’attuale socio di maggioranza di gestire la società avvalendosi esclusivamente del suo staff e compiendo liberamente le scelte che competono. Nella certezza che, in questo caso, ci sarà una mobilitazione generale della città e della tifoseria per collaborare a costruire insieme le condizioni per il cammino glorioso del Foggia che tutti vogliamo e che l’amore per la squadra si dimostri concretamente, senza girare lo sguardo dall’altra parte o ponendosi di traverso, ma invece rimboccandosi le maniche ciascuno secondo le proprie possibilità. Sapendo anche dire ‘Grazie’ quando occorre o dire ‘scusa’ se si è in errore, così come ho recentemente fatto io…nella speranza di non restare il solo.

Il Presidente Nicola Canonico

Fonte: Foggia Calcio Official Site

Pres. Virtus Francavilla: “Progetto biennale, vogliamo dare fastidio”


A margine della presentazione del nuovo allenatore Antonio Calabro, il presidente della Virtus Francavilla Antonio Magrì ha esposto i programmi futuri del club: “Dobbiamo costruire una mentalità vincente e alzare l’asticella, pur mantenendo i piedi per terra. Ci siamo contraddistinti in questi anni come una squadra che ha dato fastidio alle grandi. L’obiettivo è disputare un campionato importante e continuare a dare fastidio a tutti, soprattutto ai grandi club. Il nostro stadio deve essere un fortino e dovremo sempre essere concentrati e uniti. Quest’anno abbiamo fatto bene fino a dieci giornate dal termine, quindi nel calcio nulla è scontato. Il progetto è biennale, ma ci auguriamo che vada oltre. Quest’anno costruiremo qualcosa di importante, cercando di migliorare ancora di più il prossimo anno”.

Fonte:TuttoC.com

Pres Taranto: “Spero che il progetto stadio si possa concretizzare”


Massimo Giove, presidente del Taranto, intervenuto in occasione della presentazione del progetto per il nuovo “Iacovone”, come riportato da mondorossoblu.it, ha dichiarato: “Il Taranto deve continuare a giocare a Taranto; il nuovo stadio, se si farà, dovrà essere fatto per settori come si è fatto in altre parte d’Italia. Il progetto deve tener conto di questo, dobbiamo permettere alla nostra tifoseria di poter continuare a seguire il Taranto nel nostro territorio. Il Taranto non ha le opportunità logistiche per emigrare e giocare altrove. Ci vogliono dei campi omologati e con determinate capienze. E’ fondamentale per chiunque deve realizzare questo progetto non operare con una demolizione totale ma settore per settore. Questo è un progetto che da tarantino e da grande tifoso spero si possa concretizzare e realizzare. Per adesso parliamo solo di progetti e dobbiamo tener conto che questi devono essere compatibili con la nostra città”.

Fonte:TuttoC.com

Calciomercato Roma: obiettivi Senesi, Luiz e Farias. Totti può tornare

Occhi sul difensore del Feyenoord, il regista dell’Aston Villa e il baby attaccante del Colon. Anche a Tirana la bandiera giallorossa ha incontrato i proprietari Usa della società

Riconoscenza. Non nascondiamolo, è un sentimento molto nobile di cui ognuno di noi vorrebbe essere oggetto. Il calcio, però, ha delle traiettorie che ne consigliano l’utilizzo in quantità variabile. Quante volte si è detto che Enzo Bearzot nel 1986, Marcello Lippi nel 2010 e lo stesso Roberto Mancini nelle ultime, malinconiche qualificazioni per Qatar 2022, abbiano dimostrato troppa gratitudine verso il nucleo di giocatori che li aveva portati al Mondiale e all’Europeo?

Ecco, la sensazione è che la Roma – destinata senz’altro a rafforzarsi, ma senza perdere di vista le sofferenze del bilancio – non voglia incagliarsi nelle secche della nostalgia paralizzante, ma sfruttare le occasioni possibili per crescere, anche a costo di perdere alcuni degli splendidi protagonisti del trionfo in…

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