11 Luglio 1982: “Viva l’ Italia”!

Viva l’Italia, l’Italia liberata,
l’Italia del valzer e l’Italia del caffè.
L’Italia derubata e colpita al cuore,
viva l’Italia, l’Italia che non muore.
Viva l’Italia, presa a tradimento,
l’Italia assassinata dai giornali e dal cemento,
l’Italia con gli occhi asciutti nella notte scura,
viva l’Italia, l’Italia che non ha paura.
Viva l’Italia, l’Italia che è in mezzo al mare,
l’Italia dimenticata e l’Italia da dimenticare,
l’Italia metà giardino e metà galera,
viva l’Italia, l’Italia tutta intera.
Viva l’Italia, l’Italia che lavora,
l’Italia che si dispera, l’Italia che si innamora,
l’Italia metà dovere e metà fortuna,
viva l’Italia, l’Italia sulla luna.
Viva l’Italia, l’Italia del 12 dicembre,
l’Italia con le bandiere, l’Italia nuda come sempre,
l’Italia con gli occhi aperti nella notte triste,
viva l’Italia, l’Italia che resiste.

(Francesco De Gregori)

L’ 11 luglio 1982 rappresenta una data storica per la nostra nazione, uno di quei momenti che sono destinati a diventare parte integrante della vita di ognuno di noi, anche di coloro (come il sottoscritto) che per motivi anagrafici non hanno vissuto in prima persona quel momento.
Un’ emozione lunga 40 anni che ancora oggi ci fa venire la pelle d’ oca ripensando all’ epopea della Nazionale Italiana più bella e genuina di sempre, guidata da un uomo dai sani e antichi valori che seppe costruire un gruppo di ragazzi fantastici che per lui non furono solo calciatori, ma dei veri e propri figli adottivi e che fece diventare “uomini” con la “U” maiuscola.
Come tutti ricorderemo l’ inizio del Mundial ’82 non fu dei migliori e le critiche non tardarono ad arrivare, ma la grandezza del CT. Enzo Bearzot venne fuori proprio in quel momento, prendendo posizione e difendendo a spada tratta i suoi ragazzi proprio come un padre fa con i suoi figli.
La svolta non tardò ad arrivare, proprio quando nessuno ci poteva credere l’ Italia venne fuori dimostrando il proprio valore, rendendo orgogliosi e fieri tutti gli italiani esserlo.
Nel secondo turno, infatti, la nostra Nazionale era inserita in un girone di ferro insieme all’ Argentina di Maradona ed il Brasile di Socrates, Falcao, Zico e Cerezo.
Nessuno avrebbe scommesso un centesimo sul passaggio del turno da parte degli azzurri e forse nemmeno su una buona prestazione, ma il destino non la pensava allo stesso modo ed il 29 giugno 1982 avviene il primo colpo di scena: a Barcellona Tardelli e Cabrini stendono l’ Argentina ribaltando i pronostici e facendo aumentare la fiducia nell’ ambiente.
Una vittoria bella ed inaspettata che però non sarebbe bastata per passare il turno in quanto il Brasile, avendo superato l’ albiceleste con il risultato di 3-1, godeva di una migliore differenza reti oltre che di una squadra che faceva rabbrividire chiunque al solo pensiero di doverla affrontare.
Ma il risvegliato orgoglio italiano e lo spirito di compattezza, unità e fratellanza non si curò minimamente di questi particolari ed il 5 luglio 1982, nel caldo infernale di Barcellona, il sogno diventò realtà: il figliol prodigo Paolo Rossi uscì dal letargo e con una tripletta liquidò la corazzata carioca facendo esplodere di gioia tutto lo stivale: risultato finale Italia-Brasile 3-2!
Una vittoria inaspettata quanto voluta che restituiva finalmente dignità a un popolo martoriato dalla strategia del terrore e dalle stragi nere che avevano caratterizzato il periodo precedente.
Una nazione intera si riversò per le strade a festeggiare, lo spirito di unità aleggiava sui nostri corpi e batteva nei nostri cuori, la paura e l’ incertezza del domani non erano argomenti che potevano destabilizzare questo status.
La fiducia e l’ entusiasmo erano ormai dei valori aggiunti al gruppo e la semifinale contro la Polonia lo confermarono con Pablito nazionale ancora sugli scudi, autore di una doppietta che regalò al popolo italiano il sogno di potersi giocare una finale storica contro la Germania Ovest.
Una finale mondiale unica nel suo genere, considerando che le due precedenti affermazioni della nostra Nazionale nella Coppa Rimet del 1934 e del 1938 si portavano dietro l’ onta ed il sospetto che il regime fascista avesse favorito il trionfo azzurro a sfondo propagandistico per esaltarne le gesta, nonostante fosse adottata una politica pessima da parte del Duce il quale condusse il Paese nel baratro.
Una finale che ribaltò questa visione e condizione, grazie anche all’ entusiasmo del più grande Presidente della Repubblica Sandro Pertini che con la sua esultanza spontanea e fiera dimostrò l’ orgoglio di essere italiano, più di quanto in precedenza qualcun altro lo avesse manifestato a livello propagandistico, spodestando in un batter d’ occhio tutti gli incubi che avevano accompagnato la nostra nazione.
La finale di Madrid contro la Germania Ovest, visti i presupposti che avevano caratterizzato il cammino di Zoff e compagni, fu quasi una formalità.
Il risultato finale di 3-1 fu il coronamento di un sogno ma, nello stesso tempo, anche una liberazione, un’ esplosione di gioia da nord a sud, senza distinzione di genere e ceto sociale.
Il rigore sbagliato da Cabrini nel primo tempo non intimorì minimamente gli azzurri che passarono in vantaggio con il solito Paolo Rossi, raddoppiarono con Tardelli, che si lasciò andare a un urlo che come tutti sappiamo oltre ad aver fatto storia rappresentava quasi una “liberazione“, e triplicarono con Altobelli. A nulla valse il gol della bandiera dei tedeschi con Breitner.
Al triplice fischio finale l’ Italia era ufficialmente Campione del Mondo, ma soprattutto era finalmente era LIBERA, felice, orgogliosa, fiera, viva!
I fantasmi del passato erano stati definitivamente sconfitti, gli eroi di quei giorni avevano trionfato e con essi la felicità di sentirsi italiani.
La festa ebbe inizio, durò per tutta la notte, alcuni dicono per tutta l’ estate, ma forse è proprio il caso di dirlo che sia durata per tutti questi 40 anni perchè oggi come ieri si sente ancora nell’ aria la magia di quel momento storico e unico e vista la mediocrità sociale in cui tergiversiamo non possiamo non nutrire un pò di nostalgia per quell’ estate rimasta negli annali e, forse, unica ancora di speranza e salvezza in questi tempi bui.
La nostalgia di quei tempi si avverte e si sente, la mancanza di un Presidente della Repubblica come Sandro Pertini è un vuoto con il quale bisogna convivere, la scomparsa di Pablito è un dolore che ci portiamo appresso, la necessità di avere un uomo guida come il “vecio” è una necessità che forse non potremo mai più soddisfare, però i valori che ci hanno lasciato in eredità questi grandi uomini è più grande del vuoto e del nulla che ci circonda.
A loro va il nostro ETERNO GRAZIE!

Gli eroi del Mundial:

1 Zoff Dino (Juventus)
2 Baresi Franco (Milan)
3 Bergomi Giuseppe (Inter)
4 Cabrini Antonio (Juventus)
5 Collovati Fulvio (Milan)
6 Gentile Claudio (Juventus)
7 Scirea Gaetano (Juventus)
8 Vierchowod Pietro (Fiorentina)
9 Antognoni Giancarlo (Fiorentina)
10 Dossena Giuseppe (Torino)
11 Marini Giampiero (Inter)
12 Bordon Ivano (Inter)
13 Oriali Gabriele (Inter)
14 Tardelli Marco (Juventus)
15 Causio Franco (Udinese)
16 Conti Bruno (Roma)
17 Massaro Daniele (Fiorentina)
18 Altobelli Alessandro (Inter)
19 Graziani Francesco (Fiorentina)
20 Rossi Paolo (Juventus)
21 Selvaggi Franco (Cagliari)
22 Galli Giovanni (Fiorentina)

Danilo Sandalo

Share post:





Popular

Ti potrebbe interessare
Related

Potenza, De Giorgio: “Messina esprime un buon calcio, vogliamo vincere”

Pietro De Giorgio, tecnico del Potenza, come riportato da...

Monopoli, Viteritti: “E’ stato un 2024 a due facce. Dobbiamo continuare così”

Orlando Viteritti, difensore del Monopoli, ha parlato ai microfoni...

Cerignola, Raffaele: “Poteva finire 5-1 o 5-2, abbiamo avuto occasioni enormi”

Il tecnico dell'Audace Cerignola Giuseppe Raffaele ha parlato in conferenza stampa...