di Danilo Sandalo
Finisce nel peggiore dei modi la trasferta romana del Lecce che, all’ Olimpico di Roma, riesce nella difficile impresa di perdere 2-1 una gara che poteva tranquillamente controllare dopo essere passato in vantaggio al 72′ minuto del secondo tempo con Almqvist.
Invece avviene quello che meno ti aspetti, il Lecce comincia a indietreggiare e mostrare segni riconducibili per un certo verso a degli atavici complessi di inferiorità nei confronti degli avversari e per altri versi a condizioni che quasi volessero dimostrare come il vantaggio acquisito fosse stato frutto di un colpo di fortuna e non della maturità, organizzazione e preparazione della squadra e della partita stessa.
I cambi effettuati subito dopo il vantaggio lo dimostrano ampiamente, così come le tempistiche in cui sono avvenuti che hanno permesso agli uomini di Mourinho di poter prendere nuove misure per aggredire i salentini sperando di portare a casa almeno un pareggio, dal momento che dal gol del Lecce alla fine della gara sarebbero mancati circa 26-27 minuti considerando i 5 minuti di recupero e l’ ulteriore extra time concesso dall’ arbitro per le esultanze post gol romanista.
Purtroppo l’ atteggiamento dice tanto nel calcio e nella storia di una partita e quello avuto dal Lecce dopo il gol è stato quasi rinunciatario e ha finito col punirlo.
Il messaggio lanciato dal mister con quelle sostituzioni sono il sintomo di quello che poi è accaduto perchè è come se avesse detto alla Roma che ciò che era successo con il vantaggio era qualcosa di incredibile ed inaspettato, una sorta di colpo di fortuna che andava preservato da subito.
Nulla di più sbagliato ed il risultato finale lo dice chiaramente.
Ovviamente ai ragazzi non va rimproverato nulla, nè a Strefezza nè a Touba in particolare, ci mancherebbe altro, perchè l’ impegno e la personalità non è mancata affatto.
Al contrario invece c’è stata quella fretta da parte del mister di volersi chiudere troppo anticipatamente dimostrando a tutti di non crederci più di tanto, denotando una sorta di sfiducia o semplicemente non fiducia adeguata, che la squadra ha recepito e accusato incassando due gol dalla Roma con Azmoun al 91′ e con Lukaku al 94′ minuto a meno di 60 secondi dalla fine del recupero.
Se poi si pensa agli episodi della partita che era iniziata con un rigore assegnato alla Roma e che aveva permesso a Falcone di esaltarsi, nello stadio della sua città e contro la sua squadra del cuore, parandolo a uno dei calciatori più rappresentativi della compagine di Mourinho, Romelu Lukaku, allora il rammarico diventa ancora più grande.
Questa sconfitta si aggiunge a quella subita in Coppa Italia dal Parma arrivata sempre nei minuti finali e non è un caso se questo stia accadendo sempre più spesso anche perchè si suol dire che “due indizi fanno una prova“.
Non vogliamo peccare o esagerare in pessimismo, non sarebbe giusto nei confronti di nessuno, ma ci auguriamo che queste situazioni non stiano creando o non possano creare dei contraccolpi psicologici sul gruppo perchè questo sarebbe di gran lunga più dannoso, ma purtroppo non possiamo neanche escluderlo a priori e gli episodi, ahimè, ne danno una triste conferma.
Purtroppo “a pensar male si fa peccato, ma si ha quasi sempre ragione“, ma tutti noi ci auguriamo di sbagliare e di essere smentiti e derisi da mister e squadra quanto prima.
Avanti Lecce!