DESIGNAZIONI SECONDO TURNO PLAY OFF DEL GIRONE 7 MAGGIO 2025

0

PLAY OFF

ALBINOLEFFE – ATALANTA U23
Mattia Drigo
Portogruaro
Matteo Gentile
Isernia
Luigi Ingenito
Piombino
Francesco Zago
Conegliano
VAR: Matteo Gualtieri – Asti
AVAR: Edoardo Gianquinto – Parma

RENATE – GIANA ERMINIO
Fabrizio Ramondino
Palermo
Simone Della Mea
Udine
Giovanni Francesco Massari
Molfetta
Samuele Andreano
Prato
VAR: Marco Serra – Torino
AVAR: Andrea Calzavara – Varese

AREZZO – VIS PESARO
Gianluca Grasso
Ariano Irpino
Giovanni Pandolfo
Castelfranco Veneto
Antonio Aletta
Avellino
Cristiano Ursini
Pescara
VAR: Daniele Minelli – Varese
AVAR: Andrea Zanotti – Rimini

PESCARA – PIANESE
Gabriele Sacchi
Macerata
Giulia Tempestilli
Roma 2
Davide Rignanese
Rimini
Lorenzo Maccarini
Arezzo
VAR: Gianpiero Miele – Nola
AVAR: Erminio Cerbasi – Arezzo

CATANIA – POTENZA
Claudio Giuseppe Allegretta
Molfetta
Michele Piatti
Como
Andrea Cecchi
Roma 1
Valerio Pezzopane
L’Aquila
VAR: Manuel Volpi – Arezzo
AVAR: Domenico Mirabella – Napoli

CROTONE – JUVENTUS NEXT GEN
Antonio Di Reda
Molfetta
Francesco Tagliaferri
Faenza
Gian Marco Cardinali
Perugia
Domenico Leone
Barletta
VAR: Niccolo’ Baroni – Firenze
AVAR: Maria Marotta – Sapri

(foto AIC)

LEGA PRO

Juve, da Motta a Tudor la musica non cambia. E sono sempre tutti in bilico. Il commento

Il confronto è 1,83 di media punti attuale contro 1,80. Lo scarto è davvero minimo, 0,03: in pratica, Tudor-Motta è finora un sostanziale pari, lo stesso esito che non affascina per niente il croato

Giornalista

“Non ho capito. Non ho mai giocato per il pareggio”. Chi guida la Juve ripete a voce alta una frase da scolpire nel bronzo. Era una delle premesse di Igor Tudor alla vigilia dell’1-1 di Bologna. Salvo poi adeguarsi alla realtà, da uomo di mondo: “Viste le squalifiche e le emergenze, buon punto”. L’attuale allenatore bianconero, nemmeno tanto a denti stretti, impara ad accontentarsi e si ritrova nella tonnara per la conquista di un posto in Champions League, unico vero scopo della sua missione. Per stilare le valutazioni finali, le famose pagelle di fine anno, nessuno però si può permettere di vivere soltanto di sensazioni, quindi è naturale affidarsi alle cifre, aride finché si vuole ma inequivocabili. Il tecnico croato, subentrato a nove turni dalla fine, in campionato ha raccolto 11 punti in sei gare, con una media di 1,83. Il predecessore, Thiago Motta, ne ha fatti 52 in 29 giornate, con l’1,80 di media. 

Di che si tratta, quindi? Il confronto è 1,83 contro 1,80, lo scarto è davvero minimo, 0,03: in pratica, Tudor-Motta è finora un sostanziale pari, lo stesso esito che non affascina per niente il grintoso e volitivo Igor. Che peraltro, nell’epoca dei tre punti per vittoria, non avrebbe tutti i torti. Se continuiamo ad affidarci ai numeri, le velocità di crociera di Tudor e Motta, in proiezione, in assetto costante nelle 38 giornate di A, frutterebbero una 69,5, l’altra 68,4 punti, soglie che nell’ultimo quinquennio non sempre hanno garantito il pass per la Champions. La svolta non c’è stata, o se c’è stata non si è ancora vista, come evidenziano i risultati. Cambiano i tecnici, non il passo-gara. Inutile fare finta di niente: non è soltanto una questione di panchina, di manico più o meno efficace. Sorge spontaneo il sospetto che l’organico abbia ancora limiti strutturali, chiunque ci sia ai comandi. È una riflessione obbligata per lo staff dirigente, da Cristiano Giuntoli in giù, in vista dell’ennesimo tentativo di rilancio. Ormai mancano tre turni alla conclusione, per l’annata in corso si è fatto tardi: anche i più ottimisti in casa Juve non si aspettano chissà quali effetti speciali. “Vincere non è importante, è l’unica cosa che conta”, ribadiva Giampiero Boniperti nei suoi anni d’oro. Adesso il club ha propositi più stringenti: strappare a tutti i costi il quarto posto. 

Juventus' coach Igor Tudor during the Italian Serie A soccer match Bologna FC vs Juventus FC at Renato Dall'Ara stadium in Bologna, Italy, 4 May 2025. ANSA /ELISABETTA BARACCHI

Il croato è nato a Spalato, sul mare: la definizione di traghettatore, in fondo, non dovrebbe disturbarlo. Il suo progetto, per limiti di tempo e di risorse, è meno glamour e scintillante rispetto ai piani più ambiziosi di Motta: chiaro, l’italo-brasiliano aveva davanti a sé un orizzonte di tre anni, di tutt’altro respiro. Per quanto precario, Tudor a ragione ha accettato la sfida e si è voluto mettere alla prova: certi treni non passano due volte. Pochi concetti base, un’idea più stabile di formazione rispetto al sistematico tourbillon di Motta, nessun effetto speciale: con le sue linee guida, Igor ha prodotto un paio di fiammate che hanno illuso un ambiente che scivolava verso la rassegnazione e l’ineluttabile. La tanto attesa scossa però non è arrivata, non ci sono state le impennate che avrebbero aiutato a mettere l’obiettivo minimo già al sicuro. Anzi, tutto è ancora in bilico. Come l’avvenire di Tudor, accolto come un medagliato reduce, dati i trascorsi in campo. Stavolta però, per decidere il futuro, non basterà il passato. E il presente riserva tre sfide che incideranno sugli assetti da giugno in poi. 

La Signora balla tra la quarta e la settima posizione assieme a Roma, Lazio e Bologna: tre concorrenti a quota 63, una a 62. Una situazione talmente fluida che tutti camminano sulle uova. A Tudor gli juventini chiedono il colpo di coda per qualificarsi alla coppa più ricca, giusto per lasciare un souvenir della sua rimpatriata a Torino. E magari anche per sbloccare quell’ingombrante pareggio con Motta.

[continua a leggere sulla Gazzetta dello Sport ]

Milan, Leao decisivo: gol e assist in due minuti per preparare l’assalto alla coppa

La vittoria sul Genoa passa dai suoi piedi. Nel primo round di campionato col Bologna sarà squalificato, ma Conceiçao non si dispera: le gambe di Rafa saranno più fresche a Roma

Giornalista

Il taccuino dell’arbitro Collu in fondo ha tolto qualche riflessione a Conceiçao in vista dell’ultima prova generale di venerdì prossimo prima della finale di Coppa Italia. Bologna più Bologna, ma il Bologna che conta è l’atto secondo della rappresentazione. E così, anche se su quel taccuino ieri sera c’è finito un nome pesante come quello di Leao, non c’è di che disperarsi. Rafa, che era diffidato, è stato ammonito nel finale per una scorrettezza su Vitinha, ma nessuno s’è messo le mani nei capelli. Venerdì non ci sarà? Pazienza. Siamo a fine stagione, le gambe sono piene di acido lattico e concedersi un po’ di riposo prima della finale non è affatto male. Sergio lo attende sul prato dell’Olimpico mercoledì della settimana prossima, quando tutti saranno chiamati a dare un minimo di senso a un campionato triste e sconfortante.

una firma… e mezza

—  

D’altra parte Conceiçao quelle riflessioni su Rafa le aveva già fatte, dal momento che – a sorpresa – lo ha tenuto fuori dall’undici di Genova. E gli avrebbe messo nelle gambe anche un numero inferiore di minuti se non fosse stato costretto dall’infortunio di Fofana a buttarlo dentro dopo mezzora. Com’è andata? È semplice: Leao, quando è acceso, è di un altro livello. Ma deve premere quell’interruttore. Diciamo la verità: postura ed espressione, nel momento in cui è entrato – sotto un diluvio impietoso che non agevolava il buon umore – non è che fossero un granché. Pareva una di quelle partite un po’ ciondolanti. Poi, come spesso gli capita, ha santificato quel che gli è passato intorno ai piedi. Nel primo tempo ha sistemato Pulisic davanti a Leali, mal ripagato da Capitan America che ha dilapidato il benefit. Nella ripresa ha messo una firma e mezza sulla vittoria. Prima il gol – aiutato da una deviazione non così innocua di Norton-Cuffy –  e poi il cross basso su cui Frendrup ha infilato la propria porta.

orgoglio

—  

Si torna, come sempre, alle solite riflessioni: occorre trovare la formula magica per farlo restare acceso, ma intanto è normale attenderlo come il protagonista in pectore della finale di coppa. Chi, più di lui? “Il mister ha cambiato modulo e siamo più compatti – ha detto Rafa a fine gara -. Tutti lavorano per il bene della squadra e stavolta chi è entrato ha fatto la differenza”. C’è un pizzico, giustamente, di autoreferenzialità in queste parole, e sicuramente anche di orgoglio. Il nuovo sistema di gioco quindi gli piace, probabilmente si sente anche più coperto e meno chiamato alla doppia fase. E intanto prosegue la sua marcia lontano da San Siro. Gli otto gol in campionato sono arrivati tutti in trasferta e, insomma, la finale col Bologna non andrà in scena al Meazza ma all’Olimpico, dove quest’anno ha già segnato (alla Lazio). Qualche indizio per concedersi un moderato sorriso, di sicuro non manca.

[continua a leggere sulla Gazzetta dello Sport ]

De Agostini: "Io, terzino col 10 di Zico e Platini. Con l'aiuto di Vialli ho sconfitto un tumore"

La rivelazione dell’ex juventino: “Io e Gianluca uniti nella malattia, ci facevamo forza a vicenda. A Udine Zico prendeva sempre la traversa su punizione, poi scoprirono che…” [continua a leggere sulla Gazzetta dello Sport ]

Svilar al fantacalcio: i numeri del portiere della Roma

Altra prestazione sontuosa del portiere giallorosso. Contro la Fiorentina ha blindato la porta nonostante i tentativi insidiosi di Kean

Contro la Fiorentina, all’Olimpico, la Roma conquista altri 3 punti fondamentali grazie all’ennesimo 1-0 di questa stagione. L’uomo copertina però non è Dovbyk, che ha segnato il gol decisivo, ma Mile Svilar. Il miglior giocatore in campo è ancora una volta il portiere serbo. Nel successo con la Viola, 19° risultato utile consecutivo della squadra di Ranieri, il numero 99 ci ha messo una mano, anzi di più. Con il piede, con il corpo o con i guantoni il risultato è sempre lo stesso: tiri avversari neutralizzati e porta giallorossa inviolata per la 15ᵃ volta in campionato. Interventi decisivi e veri e propri miracoli: così Svilar ha fermato Kean e compagni. All’attaccante viola, infatti, non sono bastati 4 tiri in porta per riportare sull’1-1- la partita. Il serbo si è superato anche su Mandragora mettendo a referto ben 5 parate decisive: insuperabile. Altro clean sheet, altra prestazione superlativa per la gioia dei tifosi, che adesso sognano un posto in Champions, e pure dei fantallenatori. Per lui un bell’8 in pagella e un +1 per aver blindato la porta. In questo momento il portiere da battere è lui, gli attaccanti dell’Atalanta, prossima avversari della Roma, sono avvisati. 

svilar: i suoi fanta numeri

—  

Un vero stacanovista il portiere giallorosso: 35 partite da titolare (senza mai lasciare il campo) su 35 giornate fin qui disputate. In campionato il serbo ha subito 32 reti, ma sono ben 15, come abbiamo visto, i bonus ottenuti per aver mantenuto inviolata la porta. In Serie A solo Meret riesce a stare al suo passo in questa particolare classifica. Valutato 40 crediti al Fantacampionato Gazzetta, Mile Svilar vanta una fantamedia del 5.9 ma nelle ultime 12 giornate raramente non ha ottenuto la sufficienza. 

[continua a leggere sulla Gazzetta dello Sport ]