COMUNICATO UFFICIALE N. 292/L del 13 Maggio 2022
LEGA PRO
Il campionato parallelo inizia adesso. La Juventus ha una serie di decisioni da prendere sul mercato, ora più che in passato. In una rosa da ritoccare a prescindere, vanno considerati gli addii di Dybala e Chiellini, che obbligano a rivoluzioni più che a ritocchi. Il punto di partenza, però, è in controtendenza. Il budget bianconero è limitato, come chiarito in estate: c’era spazio per un grande colpo ed è stato anticipato in inverno con Vlahovic. Quei piani prevedrebbero un’estate di cambiamenti limitati, che però si scontrano con le esigenze di classifica. La Juve attuale, modificata con acquisti di medio profilo, sarebbe in grado di correre per lo scudetto? I numeri dicono di no: dopo due quarti posti (o un quarto e un terzo), è complesso immaginare una crescita improvvisa. E allora, la decisione è soprattutto della proprietà: ha senso tornare sul mercato in modo importante — se…
Firenze, 13 maggio 2022 – Realizzare campi da calcio in erba artificiale, in erba naturale rinforzata, campi da calcio ibridi e a 5, a 7 e a 11, fare manutenzione di terreni di gioco, il tutto con le più moderne tecnologie: con l’aiuto di “Sofisport” per i club di Lega Pro, tutto questo può diventare realtà. Ricerca e sviluppo sono i punti fondanti di Sofisport che fa dell’innovazione il suo plus in un mercato altamente competitivo. Erba sintetica di ultima generazione con sistema “Bio Surface”, erba naturale rinforzata “Football Green Live”, ibridi ed intasi 100% vegetali di ultima generazione come “Bio Ground”, “Bio Sand” e “Bio Cork”, sono i prodotti che mostrano la profonda conoscenza del settore unita ad una esperienza pluriennale e garantiscono la creazione di sistemi di assoluta eccellenza. Una formula vincente basata sulla ricerca e selezione delle migliori materie prime e su partnership internazionali con produttori di grande prestigio.
“Noi di Sofisport – sottolinea il Ceo Roberto Nusca – siamo estremamente lieti di far parte di questa rete di imprese al servizio dei club della Lega Pro. Servire club prestigiosi che hanno fatto la storia del calcio italiano e i suoi tifosi, rappresenta per noi un onore e un compito da portare avanti con l’impegno e la passione che ci hanno sempre contraddistinto. Innovare e rendere più moderne le strutture – conclude sempre Nusca – rappresenta una sfida da affrontare per tutto il movimento professionistico calcistico e noi di Sofisport, da sempre particolarmente sensibili all’argomento, siamo pronti a sostenere la Lega Pro in questo processo fondamentale.”
Sofisport fa parte del nuovo network al servizio dei club della Lega Pro, formato da 8 grandi aziende, che propone un ventaglio di soluzioni e aiuti in diversi ambiti con condizioni particolarmente vantaggiose. Le 8 aziende che compongono il pool dei fornitori ufficiali per tutta la prossima stagione sono: SKIDATA (Sistemi di controllo accessi), Sportium (Progettazione e sviluppo impianti sportivi), Sofisport (Realizzazione, installazione e manutenzione campi), Control-Green (Gestionale per manutenzione campi), Omsi (Produzione e installazione di sedute in plastica), Randstad (Servizi di steward, hostesse e pulizie), Toropratoverde (Fornitura di macchinari per la manutenzione dei campi) e Dallmeier (Sistemi di sicurezza).
Sofisport è azienda specializzata nella realizzazione, installazione e manutenzione di campi in erba artificiale ed erba naturale rinforzata prodotti con le più moderne tecnologie.
Una cultura aziendale incentrata su una costante attività di ricerca e sperimentazione, di progettazione e programmazione che ha portato Sofisport a consolidare un know-how che dal 2004 è punto di riferimento per il mondo dell’erba sintetica in Italia e non solo. Una visione orientata al futuro, grazie ai costanti investimenti e allo sviluppo di nuove tecnologie che permettono di offrire prodotti di eccellenza in grado di coniugare qualità, sostenibilità e performance. Le soluzioni innovative costituiscono il valore aggiunto che consente a Sofisport di essere da sempre altamente competitiva in un mercato in continuo cambiamento. Un atteggiamento “first-mover”, che porta ad essere unici nel settore del verde sportivo. La competenza consolidata permette di intervenire con tempestività per offrire servizi di consulenza al cliente che viene seguito dall’avvio fino alla realizzazione dei lavori. I brevetti esclusivi in uso all’azienda, sono il risultato tangibile frutto di grandi intuizioni e del lavoro del team supportato da un management con chiari obiettivi strategici. Un management che negli anni si è rafforzato con l’ingresso di nuove figure altamente professionali, per sviluppare un sistema di offerta caratterizzato da una propensione, allo stesso tempo, creativa e pragmatica. In linea con la sua visione, Sofisport ha voluto esaltare la propria vocazione allo sviluppo di nuove tecnologie ed ha individuato un partner internazionale nella Hatko, industria turca specializzata nella produzione di manti erbosi artificiali, tra le 10 più grandi realtà al mondo nella sua categoria. Una partnership che è sinonimo di visioni comuni e di una grande efficienza industriale. Una sinergia che punta allo sviluppo di prodotti unici, coperti da brevetto internazionale. Una garanzia di qualità, innovazione e attenzione alla sostenibilità. La storia si rinnova, dunque, con un nuovo capitolo. Quello che parla di nuove sfide anche sui mercati esteri grazie ad un grande lavoro di squadra con il nuovo partner, pagine che parlano dell’espansione del ruolo di Sofisport come provider di soluzioni innovative e green per un mercato globale.
I campi realizzati da Sofisport sono prevalentemente con intasi naturali di origine vegetale, e sono ideati nel rispetto dell’atleta e dell’ambiente. I manti sono prodotti in accordo con i requisiti previsti dalla norma UNI EN ISO 9001:2015 per la progettazione, la produzione e la rintracciabilità, da aziende che dimostrano la certificazione del proprio Sistema Qualità Aziendale da parte di enti riconosciuti. I prodotti rispondono alle caratteristiche della scheda tecnica e della norma ISO 14001:2015, che fissa i requisiti di un sistema di gestione ambientale da parte dell’azienda di produzione.
A lungo in lotta per la promozione diretta in quello che è stato uno dei campionati più emozionanti di sempre, il Benevento di Fabio Caserta ha concluso la stagione di Serie BKT 2021-2022 al 7° posto.
Questo piazzamento consente ai sanniti di partecipare ai playoff, ma allo stesso tempo costringe i giallorossi a provare a raggiungere la massima serie partendo da lontano, dal turno preliminare, in una posizione di svantaggio sia nella prima sfida che in caso di eventuale semifinale.
Complice un finale di campionato negativo, con 4 sconfitte nelle ultime 5 partite, la compagine campana ha subìto il sorpasso decisivo dell’Ascoli al termine degli ultimi 90 minuti;
proprio i bianconeri allenati da Andrea Sottil saranno la sfidante del Benevento nell’atto unico del preliminare playoff del 13 maggio (ore 20:30) allo Stadio Cino e Lillo Del Duca di Ascoli Piceno.
Partire da lontano non è un problemaSe da un lato i giallorossi sono costretti a dover vincere ad Ascoli per passare alle semifinali, affrontando dunque la scalata verso la Serie A dal versante più ripido, dall’altro c’è un precedente che lascia ben sperare il Benevento.
Da quando i playoff sono stati allargati a 6 squadre (stagione 2013-2014) la storia ci dice che in A ci arriva chi parte dalla semifinale, ma sono esistite alcune eccezioni di lusso. Questa tendenza, infatti, è stata interrotta per 3 volte e la prima a infrangere questo “incantesimo” fu proprio la Strega nel 2017.
Ci troviamo nella stagione 2016-2017, i giallorossi sono guidati da Marco Baroni ed è la prima volta in assoluto del Benevento in Serie B.
Finalmente dopo anni gli sforzi economici di Oreste Vigorito sono finalmente premiati. Il campionato lo vince la SPAL allenata da Leonardo Semplici mentre il secondo piazzamento migliore porta il nome dell’Hellas Verona di Pecchia.
I campani, complice un punto di penalizzazione in classifica, non ottengono l’accesso alle semifinali playoff finendo quinti in campionato lasciando la quarta piazza al Perugia di Bucchi, con entrambe le compagini che appaiate a quota 65 punti ma con gli scontri diretti in favore gli umbri.
Il cammino nei playoff del BeneventoPartendo dunque da lontano, il Benevento sovvertì totalmente il pronostico per la prima volta nella storia dei playoff della Serie B: i sanniti realizzarono il doppio salto consecutivo raggiungendo la Serie A dopo aver vinto i tre turni che separavano i giallorossi dall’obiettivo massimo.
Al primo incontro la compagine di Baroni vinse per 2-1 la sfida con lo Spezia di Domenico Di Carlo grazie alle reti di Ceravolo e Pușcaș: proprio il rumeno, ora in forza al Pisa, si rese protagonista di una fase finale da favola. Anche nella doppia sfida in semifinale col Perugia, infatti, il calciatore classe 1996 segnò una delle due reti grazie alle quali la Strega archiviò la pratica col Grifo (1-0 all’andata, 1-1 al ritorno). In finale la truppa di Baroni, dopo aver pareggiato per 0-0 la finale d’andata allo Stadio Cabassi di Carpi, si regalò un posto nella leggenda vincendo l’ultimo atto per 1-0 (Pușcaș, ancora lui) davanti a quasi 14mila spettatori presenti allo Stadio Ciro Vigorito.
Città in festa e storia dei playoff riscritta.
Scrivere la storia da underdog è dunque possibile e il Benevento della stagione 2016/2017 ne è la prova. Questa stagione di Serie BKT si è contraddistinta per equilibrio ed imprevedibilità: un’altalena di emozioni che ha tenuto in bilico tutti i verdetti sino a pochi istanti dal termine.
Nella foto un estratto del match fra Benevento e Carpi
Tre di loro si portavano dietro commenti come questo: “Forti, bravi, bravissimi, ma abbiamo fatto mercato con tre giocatori retrocessi”. Krunic e Bennacer con l’Empoli nel 2019 e Messias con il Crotone l’anno scorso. Il quarto, Sandro Tonali, finito in B con il Brescia nel 2020, un po’ meno degli altri. Il Milan ha saputo valorizzarli tutti. Ora sono a quattro punti dallo scudetto. Loro che hanno vissuto un’annata da retrocessi e poi hanno fatto il grande salto.
Bennacer e Krunic sono stati i primi, presi entrambi nel 2019 dopo un ottimo campionato con l’Empoli. Sedici milioni per l’algerino – campione d’Africa e miglior giocatore del torneo – e 8 per il bosniaco, il jolly di Andreazzoli diventato multiruolo anche con Pioli. Krunic ha fatto…
La Virtus Matino è ritornata in Eccellenza matematicamente, in seguito alla sconfitta subita ad opera del Bitonto: «A chi mi chiede quale sia il mio stato d’animo rispondo che un po’ ero preparata – dice la presidente Cristina Costantino – ho cercato con tutte le mie forze di coltivare un sogno, ma le condizioni erano molto critiche. Pensate che abbiam fatto il girone d’andata, guadagnando solo 8 punti. Le attenuanti sono tante, ma non mi piace elencarle. Nel girone di ritorno ne abbiamo fatti 22. Certo, ho dovuto constatare che la mia squadra, dopo un paio di partite disputate alla grande, ha accusato un calo incredibile. Infatti, col Bitonto siamo stati inguardabili. Non pensavo che una partita tanto importante potesse avere quella fine, non c’è stata lotta, non abbiamo giocato».
Qual è ora il futuro del Matino? «Da circa un mese sto già lavorando accanto al nostro eccezionale ds Luigi Volume assicura la presidente – È chiaro che chiederemo di essere ripescati, pur se è difficile per la grande concorrenza. Ci stiamo muovendo con intensità. Certo, non giocare davanti al proprio pubblico e su un terreno d’altra città, non giova all’economia di una squadra. Per il momento abbiamo superato l’omologazione della LND per i lavori fatti al terreno di Matino. Il Comune ha fatto sapere che saranno attivati i lavori per l’erbetta sintetica. Speranza è che per giugno, allorquando dovranno essere presentate le domande, soprattutto quella del ripescaggio, possa essere tutto pronto».
Ma ci si sta muovendo con intensità anche su altri fronti. «Chiaramente, per il momento, abbiamo prediletto il settore giovani. Ultimamente abbiamo fatto giocare Caputo, un matinese, portierino del 2004, che ha fatto benissimo. Se non verremo ripescati, andremo in Eccellenza, dove cercheremo di fare bene II presidente non cambia, sono sempre quella che ero in Terza categoria, con la stessa lame e lo stesso orgoglio».
Fonte:NotiziarioCalcio.com
Alberto Colombo, allenatore del Monopoli, è intervenuto ai microfoni di RaiSport al termine della vittoria per 3-0 contro il Cesena. La squadra biancoverde ha ribaltato il ko dell’andata riuscendo a qualificarsi per il secondo turno dei Playoff: “Abbiamo giocato ad un’intensità strepitosa nel primo tempo, è stata una grandissima partita da parte dei miei ragazzi. Abbiamo gestito il gioco con personalità, questa squadra non finisce mai di sorprendermi: abbiamo dato dimostrazione di coraggio e orgoglio in uno stadio che avrebbe potuto tagliarci le gambe. Partita perfetta, abbiamo meritato il passaggio del turno“.
Fonte:TuttoC.com
Domenica l’atto conclusivo a Novoli
Domenica il “Totò Cezzi” di Novoli sarà teatro della finale playoff del Girone B di Promozione. A contendersi l’ascesa in Eccellenza i rossoblù locali – di cui abbiamo avuto in settimana il DS Patera ai nostri microfoni, clicca qui – e l’Atletico Tricase di mister Sandrino De Giuseppe.
Gara secca, con tanto di supplementari in caso di parità al 90′. Se dopo l’extra time il punteggio rimane equilibrato, salirebbe il Novoli che è arrivato secondo in campionato.
La partita sarà diretta da Nico Valentini della sezione di Brindisi, coadiuvato da due assistenti provenienti da quella di Bari, Leonardo Grimaldi e Roberto Francesco Prigigallo.
È il 3 marzo del 1968 è nelle Marche gran parte dell’attenzione è riversata sul derby Sambenedettese – Ascoli.
Ad un certo punto della partita un centrocampista dell’Ascoli resta a terra sofferente dopo un contrasto. Quel centrocampista dell’Ascoli che incoscientemente non porta i parastinchi si chiama Carlo Mazzone. La carriera da calciatore di colui che sarà poi facilmente riconosciuto da tutti come “Carletto”, finisce lì. Le preoccupazioni sono quelle di un ragazzo con famiglia che dovrà reinventarsi in altri modi per mantenersi economicamente, in anni in cui gli stipendi dei calciatori non garantivano stabilità.
Lo stesso Mazzone non poteva immaginare, nemmeno nell’ipotesi più ottimistica, che quella sarebbe stata la sliding doors più importante della sua vita.
Subito dopo l’infortunio Mazzone si sente dire queste parole: «Carlo, non ti preoccupare, guarito o no starai sempre con me».
A pronunciarle un geometra diventato da pochi mesi il presidente dell’Ascoli, colui che poi sarà riconosciuto da tutti come il “Presidentissimo” Costantino Rozzi, ad oggi la persona che è stata più influente e impattante nella storia del club marchigiano.
Mazzone da quel momento diventa prima allenatore delle giovanili dell’Ascoli e poi della prima squadra picena, ottenendo la prima storica promozione in Serie A nella stagione 1973 – 1974. Carletto vive ancora oggi ad Ascoli insieme alla sua famiglia ed è molto usuale vederlo passeggiare e incontrarlo per le strade della città, in luoghi storici come Piazza del Popolo.
L’impatto di Rozzi nell’Ascoli è evidente e anche noto al pubblico mainstream.
Oltre alla prima storica promozione e ad altre vittorie del campionato di Serie B nel 1978 e nel 1986, il Presidentissimo ha arricchito la bacheca del club con la Mitropa Cup nel 1987 (finale contro il Bohemians Praga), e portato a giocare al Del Duca calciatori come Liam Brady, Walter Novellino, Bruno Giordano, Pietro Anastasi e Oliver Bierhoff tra i tanti.
Ciò che è meno noto invece, è l’influenza social e culturale di Costantino Rozzi anche al territorio piceno.
Quando era presidente del circolo culturale Lions Club si dedicò a diverse attività di crescita per la città e per gli ascolani, la più rilevante tra queste è quella culminata con la nascita della Facoltà di Architettura ad Ascoli.
Indirettamente Rozzi è stato capace, grazie alla sua intelligenza sociale all’istinto tipico dei presidenti tuttofare di squadre di calcio degli anni ’70, di dare la sua impronta al destino del calcio italiano con scelte come quella di Mazzone (diventato l’allenatore con più panchine nella storia della massima serie, 792), o l’intuizione di portare per la prima volta in Italia Vujadin Boškov. Tutti conosciamo l’impatto nella cultura popolare del nostro calcio che hanno avuto i personaggi appena citati, e tutto ciò non sarebbe stato possibile senza l’acume di Costantino Rozzi.
La sua impronta a livello calcistico, nella fattispecie quella della sua azienda edile “Fratelli Rozzi”, è visibile anche nella costruzione degli stadi di Via del Mare a Lecce, il Partenio di Avellino, quello che oggi è il Ciro Vigorito di Benevento, il Romagnoli di Campobasso e ovviamente il Del Duca di Ascoli.
La simbologia creatasi attorno al personaggio Rozzi, i suoi gesti ancora oggi ricordati col sorriso sulle labbra dai tifosi più attempati ad Ascoli, la scaramanzia che lo accomunava ad altri miti di provincia come Romeo Anconetani, sono ancora vivi e visibili nell’Ascoli dei giorni nostri.
Per citarne una, il “Picchio” gioca con i calzettoni rossi proprio in onore delle calze lunghe indossate per scaramanzia dal presidente, ogni volta categoricamente di colore rosso.
Quella di Costantino Rozzi è la storia di uno dei miti di provincia che ha cambiato per sempre il destino di una città come Ascoli e in buona parte del calcio italiano.
La promessa di “rimanere sempre insieme” fatta a Carlo Mazzone da Anconetani è rimasta valida anche per descrivere il suo legame con la città e la squadra: Ascoli e Costantino Rozzi resteranno per sempre insieme.
Nella foto il “Presidentissimo” Costantino Rozzi